Questo weekend l'esperienza accumulata in 3 lustri di autoproduzioni mi è tornata utile per il mio lavoro di grafico tuttofare dell'ultimo minuto. Ho impaginato, stampato, pinzato e rifilato il libretto di sala in francese (trad. di Claudi Salmi) dello spettacolo teatrale/musicale/performance Pasolini. l'incontro dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Proprio domani, a San Valentino, all'Istituto di Cultura Italiana di Parigi, ci sarà questo bello spettacolo. Amici fumettisti che siete nella Ville Lumiere, vi consiglio di farci un salto!
Nello spettacolo viene ripresa anche questa poesia:
Frammento epistolare, al ragazzo Codignola
Caro ragazzo, sì, certo, incontriamoci,
ma non aspettarti nulla da questo incontro.
Se mai, una nuova delusione, un nuovo
vuoto: di quelli che fanno bene
alla dignità narcissica, come un dolore.
A quarant'anni io sono come a diciassette.
Frustrati, il quarantenne e il diciassettenne
si possono, certo, incontrare, balbettando
idee convergenti, su problemi
tra cui si aprono due decenni, un'intera vita,
e che pure apparentemente sono gli stessi.
Finché una parola, uscita dalle gole incerte,
inaridita di pianto e voglia d'esser soli -
ne rivela l'immedicabile disparità.
E, insieme, dovrò pure fare il poeta
padre, e allora ripiegherò sull'ironia
- che t'imbarazzerà: essendo il quarantenne
più allegro e giovane del diciassettenne,
lui, ormai padrone della vita.
Oltre a questa apparenza, a questa parvenza,
non ho niente altro da dirti.
Sono avaro, quel poco che possiedo
me lo tengo stretto al cuore diabolico.
E i due palmi di pelle tra zigomo e mento,
sotto la bocca distorta a furia di sorrisi
di timidezza, e l'occhio che ha perso
il suo dolce, come un fico inacidito,
ti apparirebbero il ritratto
proprio di quella maturità che ti fa male,
maturità non fraterna. A che può servirti
un coetaneo – semplicemente intristito
nella magrezza che gli divora la carne?
Ciò ch'egli ha dato ha dato, il resto
è arida pietà.
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