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"ernest," is like a garden party in late may with colorful balloons on the trees, handwritten placeholders and friends who come with homemade pies and cakes, "ernest," produces comic books, books, food, cds and magazines about sandwiches and other bizarre topics

ernest, è un bottone! /// ernest, is a button
ernest, è “come una festa in giardino a fine maggio con i palloncini colorati sugli alberi, i segnaposto scritti a mano e gli amici che arrivano con torte salate e dolci fatti in casa”:
Ernestvirgola - così si pronuncia, per gli amici, Ernest, - è un’etichetta indipendente che produce albi a fumetti, libri, cd e riviste sui tramezzini e su altri argomenti bizzarri. Si distingue grazie al suo inconfondibile stile antigrafico di tipo burocratico sovietico: carta riciclata, titoli fatti a mano uno per uno con le etichette dymo (quelle che si usavano per scrivere i nomi sui campanelli), copertine minimaliste color paprika, muschio, cobalto, malva (che ricordano appunto le cartelline da ufficio), copertine senza disegni, senza nome dell'autore, senza nome della casa editrice, insomma copertine che curano le manie di protagonismo del giorno d'oggi…
La prima pubblicazione antologica “Ernest 1”, presentata a Lucca Comics 2007, raccoglie i lavori di Sara Pavan, Vincenzo Filosa e Norman Lai, Laura Camelli, Lise e Talami, Sascia Pavan e Francesco Cattani. Fra le altre produzioni, il taccuino di disegni “NY” di Davide Toffolo e “Barcazza” di Francesco Cattani, vincitore del Premio Micheluzzi 2008 come miglior storia breve.
Fondata da Sara Pavan, Vincenzo Filosa e Francesco Cattani, ernestvirgola oggi è una squadra di undici elementi: Alessandro Lise e Alberto Talami, Laura Camelli, Giusy Noce, Cristina Portolano ,, Monica Nieddu, Samantha Luciani (il Capo) e Rebecca Rossi (l’ufficio stampa). Il gadget, ormai divenuto un simbolo, è il bottone: una spilla a forma di bottone, o un bottone con una spilla incollata dietro, comunque uno dei bottoni in vendita nella merceria di Dario in centro a Bologna, dotato di rinnovata pertinenza artistica. Il recupero di un bottone giunto alla fine della sua vita per il suo essere fuori moda ha dato il “La” a tutto il progetto evidenziando la necessità di raccontare le storie che stanno dietro agli oggetti siano essi libri, mobili, panini o bottoni come in questo caso. E non storie in senso lato ma le storie delle persone che li hanno fatti. Anche quando si tratta di oggetti del mercato globale esiste comunque qualcuno che vi ha dedicato una parte della sua vita. Ernest sceglie, o meglio, viene scelto da situazioni che attirano la sua attenzione, si tratta quindi di situazioni vicine alla vita quotidiana di chi le vede, vita quotidiana che può coprire però luoghi geograficamente diversi, l'Italia di provincia, il profondo Sud, il Nord-Est, le grandi città e tutto il resto del mondo, dall'America al Giappone. Il motto tanto resta sempre lo stesso “Dietro le cose ci sono le persone”.
Perché Ernest? Riprendendo il titolo della famosa opera di Oscar Wilde The Importance of Being Earnest, che in italiano si potrebbe tradurre con L'importanza di Essere Franco, per l’importanza di essere earnest, ovvero onesti e diretti, franchi per l'appunto, attitudine evidente già nella veste grafica poco pop e in generale poco accattivante ma ancora più lampante nei contenuti. E neanche a farlo apposta proprio nei fumetti del Franco del gruppo (Francesco Cattani) forma e contenuto incarnano al meglio questo intento. Perché la virgola? Perché è ancora presto per mettere un punto e perché Ernest è uno dei progetti nell’elenco di attività seguite da ciascun componente del gruppo: negli elenchi, si sa, ci sono le virgole.