giovedì 19 dicembre 2013

Come è successo che ho smesso di comprare "Blow Up"?

Questo mese in edicola c'è il super numero di Dicembre di "Blow Up" con un bell'articolo nella sezione Collateral dedicato alla scena del fumetto indipendente italiano, Italian Self Comics, di Guido Gambacorta. Tutti continuavano a parlarmene perché l'articolo si apre citando il mio libro di interviste ai fumettisti della mia generazione in uscita per Agenzia X. Così un giorno passando davanti a un'edicola mi sono fermata e l'ho comprato. 

A parte quell'articolo, che secondo me è eccezionale nella sua capacità di sintetizzare con calore in poche pagine tutto il sottobosco editoriale vivacissimo di questi anni
- fa un bel pendant con il mio articolo per L'Unità I nuovi fumetti sono "fatti in casa" aka Il fumetto selvatico uscito il 5 Agosto 2013 e disponibile online qui. Io in settemila battute cerco di dare dei tips sugli anni dal 2000 al 2010 e l'articolo di "Blow Up" parte praticamente da dove finisce il mio: insieme sono una buona summa per riuscire un minimo a orientarsi - 
sono rimasta a bocca aperta quando ho letto alcuni altri articoli del numero in questione (ne cito uno su tutti: Aridatece la censura di Alberto Pezzotta, che partendo dal film La vita di Adèle snocciola un paio di considerazioni illuminanti, di quelle che ti rimettono in moto il cervello). E sto solo parlando della sezione Collateral, quindi della categoria "altro" per un giornale che si occupa di musica. Essere al top anche in quello che non è esattamente il tuo settore è qualcosa di cui pochissime riviste al mondo si possono vantare. "Blow Up" per la sua sezione Collateral potrebbe bullarsi senza ritegno.

Sapete quanto mi galvanizzo quando persone intelligenti mi fanno riflettere sulle cose da un punto di vista che io da sola non avrei mai potuto elaborare e che mi cambia completamente la prospettiva su un argomento e il mondo poi non può più essere come prima...
Come quando si ascolta una voce distorta le cui parole ci risultano incomprensibili. Il nostro cervello è fatto in modo che se qualcuno ci sillaba chiaramente il testo che quella voce distorta sta leggendo, noi non potremo MAI più sentire in quella voce un rumore indistinto, ma sentiremo per il resto della nostra vita quelle parole come comprensibili (sì sto preparando un esame di neurofisiologia)...
Bene, "Blow Up" da che me lo ricordo è sempre stata una rivista così. Com'è che ho smesso di comprarla?!! Come è potuto succedere? Sono i-d-i-o-t-a? 

Mi ricordo ancora il numero 29, quello dell'Ottobre 2000, mi ero trasferita a Bologna da neanche un mese e lessi un trafiletto in cui veniva recensita la musica dei Sigur Rós. Ora i Sigur Rós manco li ascolto più, ma allora non li aveva ancora sentiti nominare nessuno e fidandomi di quel trafiletto son andata all'Underground Records, il bellissimo negozio di dischi che allora aveva sede in via Malcontenti (credo) e che purtroppo adesso non esiste più, e mi sono portata a casa il singolo Ný Batterí sulla fiducia. Uno dei dischi che più ho amato in vita mia. Ecco "Blow Up" è una rivista così, uno di quegli amici che magari a volte sono un po' ruvidi, ma sempre e assolutamente onesti, quelli che ti dicono "sai che dovresti rilavarti i denti perché oggi hai l'alito un po' pesante?
Che poi questi sono gli unici veri amici, gli altri sono solo persone senza palle che non vi amano abbastanza per dirvi la verità.
Com'è che ho smesso di comprarlo? Dai!
Stamattina rileggevo il pezzo tratto dall'intervista ai ragazzi di Strane Dizioni, sempre uno dei capitoli del mio libro per Agenzia X, e ad un certo punto Enrico di Strane Dizioni per spiegarmi il loro approccio di ricerca inizia a parlarmi di musica. E nel discorso mi nomina quelle persone che magari per un periodo della loro vita sono anche state curiose del mondo, ma poi finita quella fase, che spesso coincide con l'adolescenza, si sono fossilizzate con un atteggiamento nostalgico su un certo filone musicale e da lì non si smuovono più, fino alla tomba. 
Sfogliando "Blow Up" ho capito che senza rendermene conto sono diventata una di quelle persone. Non credevo di essere una di quelle persone. Devo correre ai ripari. 
Grazie "Blow Up" per avermi salvato la vita. 

Consiglio per il regalo di natale perfetto: almeno un numero di "Blow Up" ai vostri cari, anche quello di Novembre, che già solo per l'articolo su Salinger vale la pena di essere ordinato, e magari a voi stessi un bell'abbonamento.

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