lunedì 13 maggio 2013

Lo dice anche Ausonia

Lo dice anche Ausonia che Pinocchio in fin dei conti non è altro che un Arancia Meccanica ante litteram. Anzi, è veramente interessante leggere le considerazioni che lo hanno portato all'idea del libro che ha realizzato per Pavesio Editore (Pinocchio - Storia di un bambino).


Alex parla con il grillo parlante invece che con Stanley Kubrick
Comunque, questa è una foto di un disegno che ho fatto per una mostra dedicata a Pinocchio che si terrà qui in provincia di Pordenone. Ci sarà una sezione della mostra con opere di autoroni curata da Vincenzo Bottecchia e una parte di mostra denominata "100 Zecchini" con i lavori dei giovani (quella a cui partecipo anch'io) curata da Paolo Cossi.

Era da molto che non facevo un disegno che fosse tutto a mano, senza colorazione a computer etc etc. Ho usato la micromina e la matita bicolore blu e rossa con cui sottolineo i libri di scuola, un pastello a olio bianco che faceva parte di un regalo delle mie migliori amiche dei miei 17 anni (Elisa Rosso, Alice Finardi e Valeria) e un foglio di cartoncino color crema avanzato dai primi biglietti da visita di Ernest, parte di una risma acquistata nel 2006. Ho ripensato alla terrifica edizione di Pinocchio che avevo da bambina, che è stata l'inizio della mia sindrome ossessivo compulsiva (tenevo il libro sul mio comodino nonostante ne fossi terrorizzata, solo per non darglielo a vedere, perchè gli amici vanno tenuti vicini, ma ancor più vicini i nemici. Ed è ancora lì dopo 32 anni. C'erano certe pagine che non andavano guardate, manco fossero The Ring). Ho ripensato alla prima volta che ho visto Arancia Meccanica, a casa di un'amica, Camilla Romor, mentre lei cenava con i suoi genitori, la sera che precedeva uno dei giorni peggiori della mia vita (per la visione della vita che avevo allora), il 1 maggio 1999, quando come rappresentante di istituto e rappresentante provinciale ho combinato un casino di proporzioni colossali che comprendeva anche un mega concerto pagato con i soldi dei contribuenti per una fantomatica giornata dell'arte studentesca. Ovviamente non feci tutto da sola, ma come sempre nella mia vita le chiamate incazzate dei presidi di tutta la provincia arrivavano a me, o meglio all'ufficio del custode del Palazzetto dello Sport di Pordenone per me.

Una foto di Malcolm McDowell tanto per rifarci gli occhi.

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