C’è questa serie tv, Party
Down, che racconta le frustrazioni di giovani artisti squattrinati che
ripongono in Hollywood tutte le loro speranze. Nell’attesa che queste si
esaudiscano, lavorano per un’agenzia di catering. Ogni episodio è una lente di
ingrandimento sulle manie, le perversioni e le bizzarrie dei diversi ambienti
sociali nei quali è richiesto il servizio catering. È lo sguardo che abbiamo
costantemente addosso quando mangiamo in un ristorante e di cui non ci rendiamo
conto, è la nuvoletta del cameriere che mentre ti sorride pensa “ma quanto
mangia questo?” o “perché tutti a me i vegani?”. Niente di nuovo, è il fascino
del dietro le quinte, la solita stupida scoperta che anche un cameriere ha un
punto di vista sulle cose, spesso cinico e spietato. Al di là del cinismo, il
bello di questa serie è che in ogni episodio i ragazzi del catering entrano
nelle vite e nel privato di persone che non avrebbero avuto modo di incontrare
altrimenti. Ed è la stessa divertente sensazione che provo insieme a Marta e
Katia quando facciamo i nostri catering.
Ernestcatering si
è da poco sdoppiato: da una parte Sara e il suo Rockandrollwedding, dall’altra
Cibiricci, ossia io Katia e la new entry Marta, giovane veneta cresciuta in
una famiglia di ciappinari, brillante e attivissima handmader dalle mille
soluzioni. Da qualche mese prepariamo buffet e andiamo ai mercatini dell’artigianato
con il nostro banchetto, torniamo a casa stanche e soddisfatte e spendiamo
tutto il guadagno in birra. Con Cibiricci
facciamo quello che facciamo da sempre, cucinare e stare in compagnia, solo
che adesso c’è più compagnia, nuovi amici e tante persone che fanno il tifo per
noi. Compresa Sara, che ci ha fatto un nuovo bellissimo logo!
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