una bambina che, oltre a giocare giocando, giocava scrivendo.
In principio fu Ruth, racconto di 46 pagine scritto durante l’estate fra i 9 e i 10 anni e pubblicato nel 1988 fuori commercio in 500 esemplari, esauriti e non reperibili in alcuna biblioteca bolognese. …In America, invece, sì.
A 10 anni fu la volta della psicologia nautica e di Sbudellamento, che due anni dopo arrivò finalista a un concorso bandito dal quotidiano La Repubblica. E siccome gli altri erano tutti adulti, la partecipante dodicenne fu intervistata al TG3 insieme al vincitore. …Da sbudellarsi dalle risate! Curiosità: tra i finalisti debuttava uno sconosciuto Carlo Lucarelli!
SBUDELLAMENTO
Erano le 4 del mattino quando Emerenziana, svegliatasi per l’emicrania, sentì alcuni rumori provenienti dalla cucina. Sentì come dei lamenti di animale ucciso. Andò in cucina e trovò la sua cagnolina ciuaua tutta sbudellata, con metà fegato nel lavello e l’altra metà sotto il frigo. Gli altri pezzi erano sparsi sul pavimento.
Emerenziana, appena vide la sua cagnolina uccisa in quel modo così violento, prima vomitò (oh! Avrei voluto vedere voi al suo posto!), poi pianse disperatamente perché, oltre ad essere la sua compagna di gioco, di stanza e di tutto, era l’unico essere che conosceva, oltre al giornalaio che ogni mattina passava in bici a portarle il giornale.
Dopo essersi sfogata in liquidi lacrimali e rifiuti organici, si fece coraggio e raccolse tutti i pezzi della cagnolina per ricomporli. Raccogliendoli trovò sotto una budella una mosca spiaccicata al pavimento (quella sì che è sfortunata! Doveva passare proprio di lì quella mosca!).
La vicenda non si risolse subito così, però. Perché Emerenziana voleva saperne di più e, quando (come ogni mattina) il giornalaio le portò il giornale e lesse che in città i cani ciuaua erano stati uccisi molto malamente (diciamo pure: sbudellati), andò alla polizia per informarsi. Ma non le fu detto che: “Signorina, noi le possiamo dire solo quello che è scritto sul giornale”.
Emerenziana non conosceva nessuno, perché non voleva fare conoscenze. L’unica persona gentile con lei era il giornalaio che le aveva chiesto anche se voleva sposarlo, ma lei aveva rifiutato e quasi quasi era pentita. Pensava di essere stata ingiusta.
La mattina seguente decise di andare a trovarlo per dirgli che accettava di sposarlo. Lo trovò però a letto con una donna riccia e rossa piena di lentiggini. Non resistette e li sbudellò tutti e due, poi buttò i cadaveri in fondo al fiume.
Non trovarono mai l’assassino del giornalaio e della donna riccia e rossa, perché nessuno conosceva Emerenziana. Soltanto noi la conoscevamo e sapevamo che la sbudellatrice era lei, poiché sapevamo anche che oltre all’emicrania soffriva di sonnambulismo e durante la notte compiva i canicidi senza rendersene conto.
Emerenziana era fatto proprio per vivere da sola!
Emerenziana, appena vide la sua cagnolina uccisa in quel modo così violento, prima vomitò (oh! Avrei voluto vedere voi al suo posto!), poi pianse disperatamente perché, oltre ad essere la sua compagna di gioco, di stanza e di tutto, era l’unico essere che conosceva, oltre al giornalaio che ogni mattina passava in bici a portarle il giornale.
Dopo essersi sfogata in liquidi lacrimali e rifiuti organici, si fece coraggio e raccolse tutti i pezzi della cagnolina per ricomporli. Raccogliendoli trovò sotto una budella una mosca spiaccicata al pavimento (quella sì che è sfortunata! Doveva passare proprio di lì quella mosca!).
La vicenda non si risolse subito così, però. Perché Emerenziana voleva saperne di più e, quando (come ogni mattina) il giornalaio le portò il giornale e lesse che in città i cani ciuaua erano stati uccisi molto malamente (diciamo pure: sbudellati), andò alla polizia per informarsi. Ma non le fu detto che: “Signorina, noi le possiamo dire solo quello che è scritto sul giornale”.
Emerenziana non conosceva nessuno, perché non voleva fare conoscenze. L’unica persona gentile con lei era il giornalaio che le aveva chiesto anche se voleva sposarlo, ma lei aveva rifiutato e quasi quasi era pentita. Pensava di essere stata ingiusta.
La mattina seguente decise di andare a trovarlo per dirgli che accettava di sposarlo. Lo trovò però a letto con una donna riccia e rossa piena di lentiggini. Non resistette e li sbudellò tutti e due, poi buttò i cadaveri in fondo al fiume.
Non trovarono mai l’assassino del giornalaio e della donna riccia e rossa, perché nessuno conosceva Emerenziana. Soltanto noi la conoscevamo e sapevamo che la sbudellatrice era lei, poiché sapevamo anche che oltre all’emicrania soffriva di sonnambulismo e durante la notte compiva i canicidi senza rendersene conto.
Emerenziana era fatto proprio per vivere da sola!
Fu così che si susseguirono: Putrefazione, Squarcia e Sbudel Club, Austero affamato, L'ultima macabrità, Defilé horrorivoltante, Il tormento di Esperance, La leggenda della lupa arcana, Un amore diverso.
Dopo un bel po’, la bambina, ormai da fuori poco bambina, decise di rimuginarci sù, giocando, scrivendo, ma soprattutto studiando.
And that’s all folks!
5 commenti:
grande Rebecca! Mi ero dimenticato il nome della protagonista, ma dove l'avevi trovato?
La copertina è troppo Ernest!
copiamola.
ora mi leggo il racconto,
sei un asso!
Fra, sai che fotografandolo ieri l'ho pensato anch'io? Una copertina ernesta ante litteram, color barcazza per giunta! E' un segno del destino...
mino caro: sempre avuta la passione per i nomi, sia per il suono che per il significato. In particolare, sempre avuta l'abitudine di segnarmi i nomi strani che si leggono nei cimiteri. Tu dirai "ma fai passeggiate nei cimiteri"? No, ma ho antenati e parenti sparsi in ogni dove e in novembre, per il giro familiare dei cari estinti, dovevo pure trovarmi un passatempo...
Lisotto e Talamoide vi hanno incatenato tutti quanti, io invece rivendico Rebecca Ciao
edizioni "svolta"?
mumble mumble questa parola mi ricorda qualcosa che dovevamo fare..
ma cosa?
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