Leggendo “Il mestiere di vivere” ho trovato una riflessione di Pavese che rispecchia la linea “editoriale” di ernest,.Lui è al confino a Brancaleone Calabro, lontanissimo dal Piemonte, dal suo lavoro, dagli altri intellettuali dell'epoca e, osservando le rocce rosse che caratterizzano il paesaggio calabrese, riflette sul suo modo di scrivere e fare poesia:“Perché non posso trattare io delle rocce rosse lunari? Ma perché esse non riflettono nulla di mio, tranne uno scarno turbamento paesistico, quale non dovrebbe mai giustificare una poesia. Se queste rocce fossero in Piemonte, saprei bene però assorbirle in un'immagine e dar loro un significato.”
venerdì 11 maggio 2007
Leggendo “Il mestiere di vivere” ho trovato una riflessione di Pavese che rispecchia la linea “editoriale” di ernest,.Lui è al confino a Brancaleone Calabro, lontanissimo dal Piemonte, dal suo lavoro, dagli altri intellettuali dell'epoca e, osservando le rocce rosse che caratterizzano il paesaggio calabrese, riflette sul suo modo di scrivere e fare poesia:“Perché non posso trattare io delle rocce rosse lunari? Ma perché esse non riflettono nulla di mio, tranne uno scarno turbamento paesistico, quale non dovrebbe mai giustificare una poesia. Se queste rocce fossero in Piemonte, saprei bene però assorbirle in un'immagine e dar loro un significato.”
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1 commento:
pavese, che è il mio scrittore preferito,
ha scritto anche "antenati" e " la bestia" che completano, per quanto mi riguarda, il quadro.
sono due poesie, andatevele e leggere appena possibile.
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