Horror vacui è il termine migliore per descrivere la piccola merceria di Dario. Da fuori non sembra neanche un negozio, è impossibile da trovare, a meno che non ti ci porti la Marisa, o una qualsiasi altra sarta di Bologna. All'interno è difficile muoversi, in terra ci sono cartoni pieni di tessuti e matasse, e i muri sono interamente ricoperti di scatole di bottoni; lì tutto è vecchio, antico, usato o fuori produzione, e le cose che compri sono probabilmente pezzi unici. Lì, con l'aiuto di Dario, abbiamo trovato i nostri bottoni.
francesco cattani - barcazza1 2 3 4
I fumetti di Francesco non sono mai veramente autobiografici anche se spesso il protagonista delle sue storie gli assomiglia. Non racconta della sua vita privata, inventa dei personaggi con un proprio carattere e un proprio passato e li osserva interagire in un contesto spesso estraneo e irritante... almeno così dice lui. A Francesco piace l'acqua.
giuseppe carletti - melissa
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Sono quarant'anni che Giuseppe disegna, ma nessuno lo sapeva. All'inizio proprio non parlava, disegnava e basta. Quando scopri i suoi taccuini ti sembra di entrare in una di quelle osterie rimaste sempre uguali, i muri polverosi non li imbiancano da vent'anni. Dietro al bancone appiccicoso c'è un signore che avvolge del salame nella carta gialla, non verrà certo in strada per invitarti ad entrare, ma la sua accoglienza sarà sempre calda e il bicchiere di vino mezzo pieno. Giuseppe fa l'architetto e a casa sua ci sono un cane, un gatto, i pesci e una tavola rotonda, gigante, che sembra di essere al Pentagono.
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